Dopo il successo di “It Ends with Us. Siamo noi a dire basta”, Colleen Hoover torna a raccontare di Lily Bloom, la protagonista alla quale moltissimi lettori si sono affezionati e di cui volevano sapere come sarebbe andata la vita dopo la fine del primo libro.
Fonte foto: @Colleen Hoover via Facebook
Così la scrittrice, assecondando la richiesta dei fan, ha deciso di incentrare il secondo libro sulle vicende successe dopo che Lily e Ryle divorziano, proprio mentre nasce la loro primogenita, Emerson.
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It Starts with Us. Siamo noi l'inizio di tutto: di cosa parla
Il racconto riprende poco prima che Emerson compia un anno, lasciando passare quindi undici mesi tra la fine del primo libro e l’inizio di questo secondo. Il romanzo si apre con un incontro, che sarà poi il cardine dell’intera storia: Lily e Atlas incappano l’una nell’altro per caso, rivedendosi per la prima volta, da quando la ragazza si era rifugiata a casa di lui per scappare da Ryle dopo aver scoperto di essere incinta.Nonostante l’incontro fortuito sia durato pochi minuti, in quanto tutti e due erano di fretta, entrambi rimangono folgorati, e non possono fare a meno di pensarsi l’un l’altra da quel momento in poi. Tuttavia Lily è in una scomoda posizione, avendo appena avuto una bambina da un altro uomo da cui ha anche divorziato, ma che non potrà mai uscire dalla sua vita proprio a causa della piccola Emerson. Atlas però non si fa abbattere dalle apparenti difficoltà e, prendendo coraggio, supera le resistenze della fioraia, che alla fine decide di dargli e darsi una chance.
Ma dacché la vita del giovane chef fosse tranquilla, ecco che iniziano a spuntare fantasmi dal suo passato capaci di minare il suo presente. La mamma abusiva che lo aveva abbandonato cacciando di casa poco più che tredicenne ricompare apparentemente senza motivo e dopo diversi tentativi di parlare con lui, alla fine riesce a ottenere la sua attenzione e gli rivela una verità inaspettata.
It Starts with Us. Siamo noi l'inizio di tutto: vale la pene leggerlo?
Se nel primo libro l’attenzione era rivolta a un tema crudo affrontato senza retorica ma con molta delicatezza, a questo giro l’argomento non è altrettanto forte ma può comunque interessare molto.Infatti il lettore si ritrova davanti le conseguenze del dover continuare a frequentare un ex marito violento e abusante, alle paure e alle paranoie che la protagonista inconsciamente affronta ogni volta che deve prendere una decisione. La fine di un matrimonio del genere, soprattutto quando è coinvolta una bambina, non è mai la fine di un rapporto, che purtroppo dovrà continuare per molti anni a venire.
Questo secondo libro indaga proprio questo: cosa succede quando ci si divide, come si va avanti quando c’è una bambina nel mezzo. Ma non solo. È presentata anche un’altra storyline, quella che riguarda Atlas, che è a tutti gli effetti il secondo protagonista della storia e che ha anche diversi capitoli nei quali parla in prima persona. Lui ha a che fare nuovamente con genitori abusanti e sta a lui provare l’impossibile affinché il cerchio si spezzi e questa spirale distruttiva smetta di rovinare altre vite.
La scrittura, come è stato per il primo libro, è estremamente scorrevole, non ci sono momenti di noia e il racconto fila senza intoppi dall’inizio alla fine. È uno di quelle storie che non è facile riporre, ma delle quali c’è sempre la voglia di leggere il capitolo successivo e poi quello ancora dopo. Quindi, sebbene la trama e le tematiche trattate siano più deboli di "It Ends with Us", questo sequel è comunque un libro ben scritto e ben argomentato che si fa leggere con una facilità sconvolgente, ritrovandosi a poche pagine dalla fine senza neanche accorgersene.
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