Ci siamo già soffermati sui casi di ipotermia e congelamento. Temi che nelle ultime settimane, da Nord a Sud (con i due casi emblematici a Palermo), hanno catturato l’attenzione degli italiani facendo, ancora una volta, tornare alla ribalta un tema molto attuale nelle nostre scuole. Tema che diventa assai i9nteressante in special modo se si considerano le temperature piuttosto basse di queste ultime settimane (dopo un inverno molto mite). Il tema acquista spessore e impone attenzione in special modo non solo per quelle realtà scolastiche nelle quali è nulla l’attenzione delle istituzioni per la salute dei bambini, dei giovani e per il personale scolastico, ma anche per quelle nelle quali il riscaldamento funziona perfettamente durante la mattinata ed è spento, invece, nei pomeriggi. Pomeriggi nei quali, purtroppo, le riunioni si ripetono con una frequenza smodata esponendo i docenti e il personale ATA per parecchi giorni consecutivi della settimana a riunioni estenuanti, interminabili e, nella maggior parte, assolutamente inutile considerati i rischi a cui si espongono docenti e ATA con questo freddo. Poi, naturalmente, possono verificarsi casi di congelamento in tutte quelle circostanze nelle quali i nostri alunni, i docenti e il personale ATA sono impegnati, specie nei licei della montagna o in quelli ad indirizzo (a vario modo denominati) per le professioni del turismo di montagna, in attività sportive all’aperto.
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