I simboli contano. E il sinistro «passo dell’oca» imposto agli agenti cinesi incarna la svolta sempre più autoritaria di Pechino, insieme al processo (torture comprese) contro tutti coloro che hanno lottato per la democrazia della regione autonoma. E che rischiano l’ergastolo. Nel silenzio collettivo dell’Occidente. l segno più inquietante della «nuova era» è il passo dell’oca, che negli ultimi mesi è stato definitivamente imposto agli agenti di ronda davanti agli edifici pubblici. Dopo quasi 180 anni di sobria estetica britannica, nessuno a Hong Kong avrebbe mai immaginato che la polizia potesse adeguarsi a quello che forse è il più lugubre simbolo del regime cinese: il lento ritmo di marcia a gamba tesa dell’Esercito popolare di liberazione, versione aggiornata e orientalizzante del vecchio modello nazista. A stabilirlo, con un atto d’imperio, è stato John Lee, il governatore-fantoccio cinese che dal luglio 2022 è a capo dell’esecutivo di Hong Kong, eletto come unico candidato alle elezioni: «Il passo dell’oca in stile cinese» ha spiegato «esprime l’identità nazionale della polizia, e rappresenta l’impegno solenne della nostra lealtà a Pechino». Anche Lee, 64 anni, era un poliziotto. Poi, nel 2017, è divenuto ministro della Sicurezza nel governo di Carrie Lam, il primo dichiaratamente filocinese ...
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