Mahsa, nuovo simbolo della violenza contro le donne, camminava per le vie di Teheran.Era serena come non poteva essere altrimenti per una ragazza di poco più di vent’anni, con la spensieratezza tipica di quell’età, consacrata da una giornata di shopping nella capitale assieme ai parenti, probabilmente un’occasione sognata da tanto tempo visto che lei, curda, abitava in una regione dove anche Teheran pare Manhattan a confronto del poco che il suo luogo natio offriva. Possiamo immaginarla truccata e vestita con accuratezza, indossando il velo islamico con studiata negligenza, forse esponendo volontariamente qualche ciocca della sua bella chioma corvina, un vezzo malizioso di una ragazza bella e consapevole di esserlo, ma forse più un inno alla giovinezza e alla libertà, una tacita ribellione all’oscurantismo del regime iraniano che mortifica le donne anche nella manifestazione esteriore del loro essere.Ma ecco che due sgherri ...
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