• LUNEDÌ 5 GIUGNO 2023 - S. Bonifacio vescovo

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La scuola svedese parla arabo

Nello Stato scandinavo l’afflusso di immigrati è così alto, e prosegue da così tanto tempo, che ha cambiato la struttura della popolazione. Ne sono prova alcuni istituti dove i giovani studiano nella lingua d’origine, perché quella del Paese ospitante è minoritaria.«Stiamo vivendo un ricambio di popolazione. Puoi pensare a quello che vuoi... Ma è semplicemente un fatto. Questo è in realtà quello che stiamo attraversando, e in qualche modo dobbiamo affrontarlo». A parlare è Jim Frölander, responsabile dell’integrazione nel comune di Filipstad, appena 7 mila anime nel cuore della Svezia rurale. Qui, nella contea di Värmland, tra il 2012 e il 2018 almeno 640 svedesi nativi hanno lasciato la città, letteralmente rimpiazzati da 963 persone nate invece all’estero, che si sono trasferite esacerbando la crisi finanziaria di una regione dove continuano ad aumentare disoccupazione, dipendenza da droghe e mancanza di servizi essenziali come quelli sanitari e legati all’istruzione.Non sono tanto coloro che se ne vanno da Filipstad a preoccupare (giovani di vent’anni e uomini fino alla soglia dei 65, che fanno parte della cosiddetta «mobilità lavorativa»), ma piuttosto i nuovi arrivi. Si tratta, infatti, quasi sempre di persone senza le qualifiche minime per entrare nel mercato del lavoro: anziani, analfabeti o con un livello di istruzione molto basso, che si portano dietro crescenti richieste di assistenza. Un ulteriore peso sulle casse comunali, già oberate dall’alto tasso di disoccupazione e dai conseguenti esborsi per il welfare. Oltretutto, i nuovi arrivati - da Siria, Iraq, Somalia, Eritrea, Afghanistan - spesso ...
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