La Corte di Lefortovo (Mosca) ha deciso che il 31enne Evan Gershkovich, figlio di immigrati russi negli Stati Uniti, corrispondente del quotidiano americano The Wall Street Journal (WSJ), arrestato ieri Ekaterinburg ( Russia) con l'accusa di «spionaggio a favore degli Usa», dovrà restare in carcere (almeno) fino al 29 maggio 2023. Nei confronti del giornalista che è cittadino americano il dipartimento investigativo del Federál'naja služba bezopásnosti Rossijskoj Federáci (FSB), i servizi segreti russi, ha aperto un procedimento penale «ai sensi dell'articolo 276 del Codice penale della Federazione russa» ovvero per spionaggio e per questo Gershkovich rischia fino a 20 anni di carcere. Per il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov il giornalista «è stato colto in flagrante», mentre per la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova «quello che faceva a Ekaterinburg non aveva nulla a che fare con il giornalismo». Il WSJ ha «smentito con forza» le false accuse di spionaggio chiedendo l'immediato rilascio del suo giornalista. La Casa Bianca ha condannato «con la massima fermezza l'arresto» definendo «inaccettabile che il governo russo prenda di mira cittadini americani» e invitando «tutti i connazionali a lasciare subito la Russia». Il segretario di Stato Usa Antony Blinken si è detto «estremamente preoccupato per i tentativi del Cremlino di intimidire, reprimere e punire i giornalisti e le voci della società civile». Dichiarazione che fa ...
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