Ieri, nel giorno della riapertura del dialogo fra azienda e sindacati sulla vertenza dell’Ex Ilva, il ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato di aver predisposto l’erogazione della dotazione finanziaria pari a 680 milioni di euro per Invitalia affinché possa trasferire “senza indugi” la somma ad Acciaierie d’Italia, la società in mano ad Arcelor Mittal nella quale lo Stato, tramite la sua controllata Invitalia, ha una partecipazione di minoranza del 38%.
La posizione dei sindacati
L’ annuncio fa seguito all’incontro in Confindustria, a Roma, tra i sindacati e Acciaierie d’Italia sul nuovo piano industriale e di investimenti a fronte delle risorse economiche messe a disposizione dal governo. Dall’incontro sono stati esclusi i rappresentanti di Usb, un sindacato molto presente fra i lavoratori dell’ex Ilva. “Tra dipendenti di Acciaierie d’Italia, lavoratori ex Ilva in Amministrazione Straordinaria e appalto, Usb conta circa 1.800 iscritti”, fanno sapere gli esclusi, che incassano la solidarietà del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico. La vertenza ex Ilva si trascina da oltre dieci anni. Al centro del dibattito la situazione drammatica degli impianti di Taranto, del futuro dei lavoratori, compresi quelli dell’indotto, e dell’utilizzo dei 750 milioni di euro (680 milioni messi dallo Stato e i restanti da Arcelor Mittal) per rafforzare il patrimonio. “Abbiamo avviato un percorso e riaperto il dialogo con l’azienda”, è il primo commento dei sindacati dopo l’incontro. Nelle due ore di confronto l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli ha aperto a una discussione comune sul rilancio e sulla gestione dei 750 milioni in arrivo. “Speriamo non vengano usati solo per pagare le bollette” ha detto Rocco Palombella, segretario generale Uilmal termine dell’incontro. Infatti i debiti di Accieirie ...
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